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Trento, 11 luglio 2006
«TELECABINA PINZOLO-CAMPIGLIO»
Bombarda: salvare il Brenta con un’alternativa pubblica
da l’Adige di martedì 11 luglio 2006

Una telecabina come un bus, gestita da Trentino Trasporti spa da Pinzolo a Colarin Campiglio con stazione intermedia a Sant’Antonio di Mavignola. Salvando Plaza e la più bella «porta» del Brenta per Vallesinella, Val Agola e Val Brenta.

Roberto Bombarda, consigliere provinciale dei Verdi, con una proposta di mozione chiede alla giunta Dellai di rivedere il progetto di collegamento Pinzolo-Campiglio e, in una lunga lettera al presidente, agli assessori e ai consiglieri di maggioranza, propone l’alternativa: un impianto a carico del bilancio provinciale, gestito da Trentino Trasporti spa, funzionante per la maggior parte dell’anno. Affiancato dalla pista per gare sul fianco nord-ovest del Doss del Sabion, come previsto dal Pup: Doss-Prà Rodont-Carisolo, una pista «competition» con 1.200 metri di dislivello, impianto di arroccamento e parcheggio.

Mentre si attende l’esito della messa in mora italiana da parte della Commissione europea sul collegamento, Bombarda chiede di ripensare il protocollo d’intesa del 26 giugno 2004 (siglato da Provincia, Comuni, Agenzia per lo sviluppo e Funivie di Pinzolo e Campiglio) «concentrando l’attenzione sulla soluzione del problema della mobilità e salvaguardando l’area naturalistica di Plaza-Cavradoss».

Bruxelles, ricorda Bombarda, ha ritenuto che l’Italia sia venuta meno agli obblighi derivanti da alcuni articoli delle direttive 79/409/Cee (conservazione degli uccelli selvatici) e 92/43/Cee (conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, meglio conosciuta come direttiva «Habitat»).

Le possibili violazioni - scrive - riguardano l’approvazione della variante al Pup «senza aver adottato misure idonee a salvaguardare il pertinente interesse ecologico»; l’approvazione dell’accordo di programma senza assoggettarlo alla valutazione d’incidenza; l’approvazione del progetto dei lavori sul Grual sulla base di una valutazione dell’incidenza «incompleta»; «l’aver consentito all’adozione di misure suscettibili di causare il degrado degli habitat naturali e degli habitat di specie nonché la perturbazione delle specie per cui le zone sono state designate»; «l’aver omesso di considerare che il progetto è suscettibile di avere impatti su talune specie e sui relativi habitat», «il non avere identificato né adottato, in riferimento agli impatti sull’Iba 045 Adamello-Brenta, misure idonee a prevenire l’inquinamento o il deterioramento degli habitat, nonché le perturbazioni dannose agli uccelli». Bombarda osserva che «non è ancora stato presentato alla Via il progetto per la realizzazione dello step 2 del progetto di collegamento, facendo saltare a questo punto la tempistica dell’intera operazione e comportando la necessità di rivedere il business plan, con un ulteriore probabile aggravio per le casse pubbliche della Provincia e dei Comuni» e che la costruzione degli impianti e delle piste sul monte Grual (primo step del collegamento) ha già comunque portato notevoli benefici alla società funivie di Pinzolo spa, contribuendo a rilanciare il ruolo e l’attrattività della stazione sciistica invernale a fronte di costi in parte significativa mitigati grazie all’intervento pubblico. Dunque - propone «sarebbe opportuno rinunciare alla costruzione degli step 2 e 3 del progetto iniziale, al fine di evitare i danni sull’ambiente evitando così di incappare in probabili contenziosi di natura giuridica anche di fronte alla Commissione Europea vista la rilevanza ecologica dei territori interessati, indirizzando invece le somme già individuate alla costruzione del vero impianto per la mobilità alternativa tra Pinzolo e Madonna di Campiglio (e per la mobilità interna a quest’ultima località)».

«TANTI VANTAGGI»

Secondo Roberto Bombarda, non pochi sarebbero i vantaggi dell’alternativa: «Si salva definitivamente l’accesso alla Val Brenta; si realizza un collegamento efficiente per molti mesi all’anno tra Pinzolo e Campiglio; si offre un’attrattiva in sé; si va incontro ai bisogni di una parte dei pendolari; si offre la possibilità alle migliaia di ospiti di Pinzolo (ed anche agli sciatori che arrivano a Pinzolo a bordo di auto) di raggiungere comodamente Campiglio senza muovere l’auto; si arricchisce notevolmente l’attrattiva di Pinzolo, stazione raggiungibile sci ai piedi; si crea la pista da discesa libera che tutto il Trentino aspetta da decenni; si crea una infrastruttura per lo sport e lo spettacolo (che potrebbe essere illuminata); si risolverebbero in un sol colpo e per almeno vent’anni i problemi impiantistici, sciistici, dei parcheggi, della viabilità, di Pinzolo, che recupererebbe un’area di pregio a ridosso della meravigliosa chiesa di San Vigilio, oggi “sprecata” da un orrendo parcheggio».

     

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